Elezione di San Vincenzo Ferreri a Patrono e Protettore di Castelluccio Cosentino
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Nella metà del Settecento gli abitanti di Castelluccio Cosentino si riunirono in pubblico parlamento e stabilirono di eleggere come patrono e protettore della loro terra, San Vincenzo Ferreri. [Ferrerio, ndr] L’Università locale inviò al re [di Napoli a Sicilia, ndr] Carlo di Borbone una copia dell’atto conclusivo onde ottenere il regio assenso alla richiesta. Si riporta il testo:
“Oggi che sono lì ventiquattro del mese di Settembre mille settecento quarantasette nella Terra del Castelluccio Cosentino, promulgati li banni per li luoghi soliti e consueti di questa sudetta Terra, ed ottenuta la licenza del Rev. Arciprete per essere giorno festivo di Domenica. Dalli magnifici Carlo di Mare, Andrea Visconte e Giovanni Romaniello, Sindaco ed eletti al buon governo di detta Terra si è convocato publico e general parlamento con intervento ed assistenza del magnifico Gerardo Sinno, Luogotenente della medesima Terra, ed in esso si propone ai Cittadini a tal effetto congregati ascendenti alle due parti e più dell’intero popolo e più delle due parti, come avendo essi attuali Sindaco ed Eletti conosciuto l’ardente brama di detta Cittadinanza d’eliggere in Padrono e Protettore di questa Terra del Castelluccio il Glorioso Apostolo delle Spagne San Vincenzo Ferrerio, perciò per quanto ad essi Sindaco ed Eletti spetta di promuovere opra sì religiosa, hanno trattato colli mag.ci Reverendi sig. Paroco Curato [Don Giuseppe Can. Cassanito?, ndr] e Sacerdoti ascritti al servizio della Parocchiale Chiesa della SS.ma Annunciata d’ottenere da essi una cappela in detta Chiesa per dedicarsi particolarmente a detto Glorioso San Vincenzo precedenti le sollennità di fare richieste per la validità dell’atto e corrispondere in graziosa corrispondenza la terza parte della spesa ch’occorre in levar l’acqua, far la porta e portone, quadro, finestrone, organo ed altro necessario per detto organo con l’astrico. Intanto per potersi da esso Sindaco ed Eletti portare al termine bramat’opera così santa ed uniforme alli desideri dei Cittadini tutti, fanno ad essi intendere le seguenti proposizioni: - 1°) Se vogliono di buon animo e cuore volenteroso eliggere in Padrono e Protettore il Glorioso San Vincenzo Ferrerio; - 2°) Volendo eliggerlo in Padrono e Protettore intendono d’obligarsi all’osservanza del giorno festivo per essi e per tutti li Cittadini di questa sudetta Terra per tutto il tempo presente ed avvenire dal giorno di detta solenne elezione; - 3°) Se intendono che se ne formi di detta elezione solenne atto in forma publica anche giurandosi all’osservanza nell’anima de’ Cittadini tutti di questa Terra presenti e futuri; - 4°) Se vogliono che si facci la progettata convenzione colli sudetti RR. Sig.ri Sacerdoti e Paroco Curato di detta Chiesa; - 5°) Se vogliono essi Cittadini conseguire e per essa l’Università di detta Terra il Juspatronato laicale di detta cappella sotto il titolo di S. Vincenzo Ferrerio con stabilirsi una conveniente dote per la fondazione e far le spese ch’occorreranno per la valida istituzione di detto juspatronato e stabilimento di dote cossì impetra de’ dovuti assensi; - 6°) Se vogliono stabilire anche qualche annuo peso per la celebrazione della festività di detto Santo Protettore.
E li Cittadini tutti, quali sono Domenico di Lorenzo, Sabbato Chiumento, Lonardo d’Angiolo, Giacomo Cucina, Onofrio Landolfa, mastro Carmine Imprenda, Domenico Marino, Pietro Cuozzo, Domenico Montagna, Sabbato Cecere, Onofrio di Biase, Domenico Palmiero, Giuseppe Duca, Carmine Chiumento, Domenico Antonio Russo, Antonio Chiaffarella, Tomaso di Mare, Nunzio Leone, Antonio Vetrillo, Gioacchino Vetrillo, Domenico Cassanito, Giuseppe Vetrillo, Carmine Marino, mastro Giuseppe Sica, Domenico la Falce, Gioacchino la Falce, Vito di Jiorio, Francesco Magrino, Cesare d’Apice, Donato Magrino, Felice Mastrangelo, Giuseppe Galluccio, Antonio Masone, Giulio Caruso, Nicola Cacchione, Francesco Lepore, Nicola Maruottolo, mastro Francesco Cecere, Giov. Battista Cassanito, Sabbato Cimino, Giuseppe Scattone, Domenico Cuozzo di Pietro, Domenico di Mare, Carmine Caputo, Pasquale Marino, Sabbato Maruottolo, Onofrio di Fiore, Felice Vetrillo, Francesco Masone, Nicola di Fiore, Berardino di Jorio, Matteo Mastrangelo, Gennaro Tozza, Giuseppe Marmo, Giuseppe Chiumento, Silvestro la Falce, Angelo Cuozzo, Nicola Valentino, Carmine Confuorto, Giovanni Cassanito, mag.co Saverio Cassanito, mag.co Giambattista Grippo, Pietro Mirra, Francesco Scattone, Donato Mastroroberto, Sabbato Cucina, Pietro Grosso, Domenico Angrisano, Felice Vetrillo, mastro Nicola Imperenda, Filippo Cassanito, Simone di Mare, Giuseppe di Fiore, Francesco Masone, Giuseppe Cassanito, Aniello Cecere, Bernardo Cecere, Gerardo Cucina, Mattia di Fiore, Domenico d’Angelantonio Cuozzo, Giuseppe di Mare, avendo intese le sudette proposizioni parlamentari inalzando voci di giubilo al Cielo d’unanime volere e con piena acclamazione hanno risposto: - 1°) Che di buon animo e con piena, libera e religiosa volontà eliggono in Santo Padrone e Protettore il Glorioso S. Vincenzo Ferrerio per essi e per tutti li Posteri Cittadini di essa Terra del Castelluccio; - 2°) Che si obligano liberi e spontaneamente per essi e Cittadini Posteri ad osservanza della festa anniversariamente stabilendosi la Domenica quarta del mese di Settembre di ciascheduno anno, perché la Sagra Congregazione de’ Riti, o altro Superiore Tribunale Ecclesiastico, a cui spetta v’interponga l’autorità necessaria ai comuni voti; - 3°) Che danno ai presenti e futuri Amministratori di questa sudetta Università la facoltà di farne e formarne di detta elezione l’atti che sono necessari nella più solenne forma, giurando per essi Cittadini eliggersi nella di loro anima, tanto presenti quanto futuri; - 4°) Che danno la facoltà ad essi attuali e successori Sindaco ed Eletti di terminare la progettata convenzione con li sudetti RR. Sig.ri Paroco Curato e Sacerdoti dando essi Cittadini il consenso e si facci la spesa e si carichi nella tassa universale; - 5°) Che è volontà de’ Cittadini tutti che si conseguisca il juspatronato laicale nomine Universitatis in detta cappella con stabilirsi la dote d’annui docati sei o da imponersi nella tassa singulis annis, o da farne assegnamento nelli Corpi certi ed effettivi di questa magnifica Università; - 6°) Che per la celebrazione della festività di detto Santo Protettore stabiliscono da ora e perpetuamente annui docati sei da imponersi e caricarsi alle annue tasse inter cives e pertanto per la perpetua fermezza di quanto hanno essi Cittadini detto, deliberato e stabilito, hanno concluso che il tutto s’assegna e si faccino le spese che occorrono per l’impetra degli assensi che necessitano a formazione d’atti valevoli e solenni, et sic fuit conclusum”. [1]
I cittadini di Castelluccio dovettero, però, attendere due anni per vedere realizzato il loro desiderio. Il 24-5-1749 il re, vista la soprascritta richiesta, nonché un memoriale, inviato il 17 aprile dello stesso anno dal sindaco Leonardo d’Angelo e dagli eletti Domenico di Lorenzo e Gerardo Cucina, concesse il suo assenso. Il 12-8-1749 la Curia arcivescovile diede il consenso all’erezione e fondazione della nuova cappella e del patronato laicale.
[1] ADS, Diocesi di Capaccio, aa. 1547-1851, bs. O75. L’atto venne scritto e firmato dal cancelliere dell’Università, Errico Brindesi, e fu autenticato dal notaio Alessandro Niccolò Brindesi di Trivento.
Pasquale Trotta
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